14 dicembre 2011

Alluvioni. La pioggia diventa una minaccia

Anche le alluvioni sono diventate negli ultimi decenni più intense e frequenti. Questo è dovuto all’aumento di precipitazioni: l’aumento della temperatura del pianeta altera il ciclo idrologico della Terra. Più si surriscalda l’aria, più si accumula umidità e vapore acqueo e maggiori sono le precipitazioni. Una più elevata umidità significa temporali più intensi. L’alluvione del Mozambico del 2000, causata da pesanti piogge, ha ucciso migliaia di persone e ha devastato l’intera area; in India le alluvioni del luglio 2005 hanno causato oltre 750 vittime; la Cina è stata colpita sia nel 2010 che nel 2011 da alluvioni e frane; nel gennaio 2011 le piogge torrenziali che si sono abbattute sul Brasile hanno provocato centinaia di morti e migliaia di senza tetto; sempre nel gennaio 2011, anche in Australia, nel Queensland, vi sono state alluvioni di dimensioni mai viste in precedenza, provocando migliaia di vittime e danni stimati in miliardi di dollari; nello stesso anno anche lo Sri Lanka e le Filippine sono stati colpiti da piogge torrenziali e alluvioni, portando a terribili conseguenze.


In Italia abbiamo assistito nell’ottobre 2011 ad una alluvione di dimensioni epocali e ad un’enorme ondata di fango che hanno messo ko il Levante ligure e la Lunigiana e distrutto la perla delle Cinque terre. Come spiega il giornale la Repubblica a proposito di tale evento meteorologico, dagli anni ’90 i giorni di pioggia sono diminuiti, mentre è aumentata l’intensità delle precipitazioni. In pratica, in Italia, mentre prima degli anni ’90 avveniva un solo evento climatico estremo ogni 15 anni, dagli anni ’90 ad oggi se ne verificano 4-5 all’anno. Alluvioni così intense, chiamate dai meteorologi ‘flash flood’ (alluvioni lampo), sono dovute ai cambiamenti climatici, e fanno sì che, anziché avere delle precipitazioni distribuite in modo regolare durante tutto l’anno, si abbiano in un solo giorno tra i 250 e i 300 millimetri di pioggia (e non i normali 40-50 millimetri).


Questi fenomeni sono diventati sempre più devastanti per una ragione ben precisa. Secondo uno studio condotto da Gabriele Hegerl, una climatologa dell’Università di Edimburgo, pubblicato sulla rivista Nature, a causa dell’effetto serra sono aumentate le precipitazioni nell’emisfero Nord negli ultimi 50 anni e in futuro ci aspettano nubifragi ancora più violenti. Infatti, a causa del surriscaldamento globale, dovuto all’effetto serra prodotto dalle sostanze inquinanti che ogni giorno immettiamo nell’atmosfera, si generano precipitazioni e inondazioni catastrofiche. Questa ricercatrice, insieme ai suoi colleghi, ha messo a confronto la mappa delle precipitazioni degli ultimi 50 anni con quella delle piogge che sarebbero avvenute nello stesso arco di tempo se l’atmosfera non avesse accumulato i gas serra prodotti dall’uomo. Il risultato è che dal 1951 al 2001 si sono verificate piogge sempre più violente di anno in anno e che, per esempio, le inondazioni del 2000 avrebbero avuto una probabilità del 20% più bassa di verificarsi se non ci fosse stato il riscaldamento climatico. Si è osservato che gli anni più caldi fino ad ora sono stati il 1998, il 2000, il 2005, il 2010 e il 2011 e, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, la temperatura media globale nel 2010 ha superato di 0,53 °C la media dell’anno 1961.

Mark Lynas, nel suo libro “Notizie da un pianeta rovente”, scrive che un Paese come la Gran Bretagna, noto per il clima piovoso, non aveva mai assistito alle alluvioni e intense precipitazioni che si sono verificate dal 1990 ad oggi. Inoltre spiega che tra gli anni ’60 e la metà degli anni ’90 in inverno le piogge definite ‘violente’ si sono duplicate. L’atmosfera del nostro pianeta ha un meccanismo simile a quello del corpo umano: quando si surriscalda emette sudore, che non è altro che vapore acqueo. Dunque c’è una proporzionalità diretta tra temperatura atmosferica e precipitazioni: maggiore è la prima, maggiore sarà la seconda. E aggiungerei, maggiore è la temperatura atmosferica, più intense e violente saranno le precipitazioni. Il surriscaldamento globale porta a una maggiore quantità di aria calda e umida, la quale provoca a sua volta piogge più violente e intense. Lynas spiega, inoltre, che questo aumento di precipitazioni non è un bene nemmeno per la fertilità del terreno, poiché, quando le precipitazioni sono violente, l’acqua ha poche probabilità di essere assorbita dal suolo.

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