14 dicembre 2011

Quando i disastri naturali vengono resi ancora più devastanti dall'uomo




Un disastro naturale è un fenomeno che avviene per cause naturali, ma che può essere spesso intensificato e accentuato dalle attività umane. Dunque, le attività dell’uomo non solo provocano disastri ambientali, ma aumentano anche la percentuale e l’intensità dei disastri naturali. 


A partire dagli anni Settanta, disastri naturali come le valanghe, i terremoti, le frane, le inondazioni, i tornado e gli uragani sono stati amplificati e resi più aggressivi e disastrosi dalle attività umane. La colpa è, quindi, dell’uomo. Se per esempio si deforesta un’area collinare, un semplice nubifragio può risultare devastante; se si sfruttano in modo sproporzionato le risorse di un determinato territorio, si accentua il suo processo di desertificazione; se si costruiscono edifici in una zona non adatta alla loro realizzazione oppure in quella determinata zona vi è un’eccessiva quantità di abitanti, eventi come frane, eruzioni vulcaniche, alluvioni o tsunami comportano effetti più disastrosi del normale. 


La catastrofe avvenuta in Giappone nel marzo 2011 è un chiaro esempio di come due fenomeni naturali, come un terremoto di magnitudo 8,9 e uno tsunami, possano diventare ancora più devastanti a causa dell’uomo. Lo tsunami ha inondato la centrale nucleare di Fukushima, mettendo fuori funzione i sistemi di raffreddamento dei reattori e provocando così il surriscaldamento di quest’ultimi e la conseguente fuoriuscita radioattiva. Se quella centrale nucleare non fosse stata costruita proprio in riva al mare, in una nazione che tra l’altro è particolarmente conosciuta per essere altamente sismica e a rischio tsunami, si sarebbero verificati solo danni attribuibili ad un semplice terremoto e a un semplice tsunami; inoltre non ci sarebbe stato un incidente nucleare classificato come livello 7 (il più alto) della scala INES (al pari di Chernobyl), con ulteriori serie conseguenze a breve e a lungo termine sulla salute di esseri umani, di piante e di animali a causa delle radiazioni, per non parlare dei gravi danni economici.


In Italia, secondo molti geologi, il terremoto di magnitudo 5,8 avvenuto in Abruzzo il 6 aprile 2009 non avrebbe provocato tutte quelle vittime se le case fossero state costruite secondo le norme antisismiche, come avviene invece in Giappone (dove avvengono terremoti di magnitudo molto più elevata e gli edifici non crollano). 


Bisogna dunque dire che, nella maggioranza dei casi, i disastri naturali sono fortemente aggravati dall’essere umano, per un motivo o per un altro. Si costruisce in luoghi poco adeguati ed in modo non idoneo, non vengono attuate norme preventive, ci si ostina a voler sfruttare in modo esagerato e comunque errato determinati territori; si tenta di modificare l’ambiente costruendo per esempio dighe che deviano il corso naturale di un fiume, provocando così siccità e mancanza d’acqua laddove le acque sarebbero dovute arrivare se non ci fosse stato l’intervento umano. A Napoli sono state costruite case presso il Vesuvio, con la convinzione, forse errata, che quel vulcano sia ormai innocuo; in altre località sono state costruite case vicino a mari e fiumi, pur sapendo che c’è sempre il rischio di eventuali esondazioni. Oppure, ci si ostina a costruire strutture in zone a rischio tsunami o a rischio sismico.

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