28 gennaio 2012

Come è cambiato il nostro rapporto con la natura - l'uomo moderno


La nascita della rivoluzione scientifica e della modernità nel Seicento (con le nuove scoperte scientifiche) porta a un ulteriore sviluppo del concetto di progresso. Si comincia a pensare che l’uomo, con le sue conoscenze sulla natura, può migliorare le sue condizioni di vita ed estendere sempre più il suo dominio sulla natura. In questo periodo storico, il filosofo inglese Francesco Bacone spiegava che queste innovazioni e cambiamenti erano dovuti proprio ad una rivoluzione nel modo di concepire il rapporto tra l’uomo e la natura. L’uomo diventa, così, amministratore della natura e comincia a delinearsi la differenza tra l’uomo ‘civile’ e l’indigeno: l’uomo ‘civilizzato’ domina la natura a suo vantaggio, è superiore a tutte le altre creature e ha le conoscenze scientifiche per realizzare i propri progetti con l’arte e la tecnica, mentre l’indigeno è ‘incivile’ e va educato e civilizzato. Da qui nasce anche il concetto di benessere, strettamente legato a quello di progresso, che distingue ulteriormente l’uomo civile dal selvaggio, poiché si pensa che il benessere si raggiunga modificando la natura e costruendo un mondo artificiale, tecnologico e governato dalla scienza. Con questa visione antropocentrica, l’uomo, grazie alla ragione, è considerato un essere superiore e può gestire la natura come meglio crede. Di conseguenza, la natura viene razionalizzata e nasce così un rapporto uomo-natura completamente diverso da quello che aveva l’uomo primitivo.


La prima rivoluzione industriale
Il contrasto tra progresso e natura si accentua ancor più con la prima rivoluzione industriale nel Settecento (lo sfruttamento della natura aumenta e diventa sempre più spietato) e con le colonizzazioni dell’America, dell’Africa, dell’Asia e dell’Australia da parte degli europei. Si assiste, così, alla rottura definitiva del rapporto uomo-natura e alla progressiva distruzione del nostro pianeta da parte dell’uomo. Secondo Voltaire, il segreto delle arti umane è di ‘correggere’ la natura. Dunque nella mentalità moderna l’uomo comincia ad avere la sensazione che tutto ciò che vi è al mondo è lungi dall’essere perfetto e per questo può essere reso migliore, può essere corretto.

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