5 novembre 2011

Disastri ambientali provocati dall'uomo: gli incidenti nucleari


Un chiaro esempio di disastro ambientale imputabile unicamente all’essere umano sono gli incidenti nucleari, dovuti spesso a delle disattenzioni da parte dell’uomo, il quale sempre più spesso sembra non essere in grado di gestire perfettamente gli impianti che ha a disposizione e di offrire una sicurezza massima di fonti energetiche che, come il nucleare, hanno bisogno di un’attenzione particolare. Del resto, nella maggior parte dei casi, gli incidenti nucleari avvenuti dagli anni Cinquanta (anni in cui sono nate le prime centrali nucleari) ad oggi sono stati causati da imprudenza, negligenza, errori umani, mancanza di misure di sicurezza adeguate. Nel 1979, per esempio, l’incidente nucleare della centrale Three Mile Island in Pennsylvania, classificato a livello 5 della scala INES, fu dovuto a un errore meccanico e a uno spegnimento automatico delle pompe del sistema di raffreddamento secondario, causando così il surriscaldamento dell’acqua del sistema di raffreddamento primario che ricopriva il nucleo radioattivo. In seguito, per via di una serie di interpretazioni umane errate, avvenne il surriscaldamento e la fusione del nucleo.



Nel 1999 a Tokaimura, in Giappone, l’incidente nucleare classificato come livello 4 della scala INES fu causato dall’inadempienza dei tecnici alle norme di sicurezza, poiché mescolarono grandi quantità di uranio trattato. Quello di Chernobyl del 1986, che viene definito il peggiore e più disastroso della storia, classificato di fatto al livello massimo della scala INES (livello 7) fu dovuto a una combinazione di errori operativi, errori nella progettazione del reattore e mancanza di applicazione di norme di sicurezza abbastanza efficienti. In quel caso ci fu la vera e propria esplosione del nocciolo del reattore, con il conseguente rilascio di grandi quantità di materiale radioattivo nell’atmosfera. Il disastro di Chernobyl è il chiaro esempio di come la tecnologia può fallire e portare a conseguenze disastrose per la natura e per l’uomo stesso. I danni provocati da questo incidente sono terribili: le nubi di materiale radioattivo sono state trasportate dai fenomeni meteorologici e hanno dunque contaminato non solo l’Ucraina, la Russia e la Bielorussia, ma anche tutta l’Europa, e, dal momento che il cesio-137 ha una semivita di oltre 30 anni, le conseguenze di questa contaminazione si prolungheranno per anni. Il tasso di incidenza di tumori, leucemie, malformazioni congenite ed altre gravi malattie è aumentato in queste zone e sarà ancora alto nei prossimi anni. Questi effetti vengono inoltre trasmessi di generazione in generazione, e non solo questa contaminazione costituisce un problema per la salute dell’essere umano, ma anche per quella degli animali, dei raccolti e della terra, dunque di ciò che mangiamo.


Solo quello di Fukushima del marzo 2011 è stato provocato da fenomeni naturali come il terremoto e lo tsunami, ma anche in questo caso il disastro è sempre imputabile alla negligenza dell’essere umano, il quale non è stato in grado di gestire al meglio quella centrale nucleare, preservandola da qualsiasi pericolo, applicando misure di sicurezza efficienti, attuando una seria manutenzione, e soprattutto costruendola in un luogo più protetto e sicuro e non nelle vicinanze del mare e in una nazione che per natura è predisposta a terremoti e tsunami. Il problema principale è che ormai le centrali nucleari esistenti sono vecchie e dovrebbero essere rimodernate. Secondo Wikileaks, l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, aveva avvertito ben due anni prima il governo giapponese riguardo al pericolo che l’elevata sismicità del Giappone poteva rappresentare per le centrali nucleari del Paese. Inoltre venne comunicato alle autorità di Tokyo che le misure di sicurezza degli impianti erano arretrate.

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