2 febbraio 2012

La differenza tra l'uomo 'indigeno' e l'uomo 'civilizzato'


La differenza tra l’uomo moderno e il selvaggio sta in questo concetto: mentre il primo distrugge il pianeta, rendendolo una merce di scambio, un oggetto da sfruttare a suo piacimento e su cui far prosperare la sua economia consumistica, il secondo si ritiene ‘custode della Terra’, cioè protettore dell’ambiente. Gli indigeni difendono la Madre Terra, la quale è in effetti la loro madre, e vivono in simbiosi con l’ambiente. Il loro legame con la natura è così forte che, nonostante secoli e secoli di dura colonizzazione, barbarie, guerre, genocidi, distruzioni e continue violazioni dei loro diritti, essi continuano ancora tutt’oggi, imperterriti, a difendere la Terra e i suoi diritti.

La differenza tra il legame che hanno gli indigeni con la natura e quello che invece abbiamo noi uomini bianchi e occidentali è evidente. Mentre per gli indigeni è l’uomo che appartiene alla Terra, per noi uomini ‘evoluti’ è la Terra che appartiene a noi. Dunque per l’indigeno l’uomo ha il compito e il dovere di custodire la Terra, difenderla, amarla e rispettarla, mentre per l’uomo occidentale la Terra va dominata, modificata e perfezionata con la tecnologia e la scienza, va distrutta e rimodernata, senza curarsi del fatto che distruggendo la Terra distrugge anche se stesso. La scienza e le tecnologie hanno distrutto l’equilibrio e l’armonia tra l’uomo e la Madre Terra, hanno alterato i ritmi della natura e sconvolto i cicli naturali del nostro pianeta. L’uomo moderno non comunica affatto con la natura, non ha con essa alcuna relazione, alcun contatto. L’uomo indigeno vive, invece, in simbiosi con la natura, riesce addirittura a mediare tra la natura e gli altri esseri viventi e a percepire l’energia del Grande Spirito. Per gli indigeni, inoltre, non esiste il concetto di proprietà della terra né quello dello sfruttamento capitalistico delle risorse naturali. Mentre l’uomo ‘civilizzato’ intende trarre profitto dalla scarsità d’acqua, privatizzandola e mercificandola, per gli indigeni l’acqua è un elemento sacro, dono gratuito della natura, simbolo della vita, e per questo non può essere considerata una merce in vendita. Essa è un bene comune, e dunque nessuno ha il diritto di poterla vendere, comprare o impossessarsene.


Gli uomini indigeni vivono ancora oggi immersi nella natura, abitando in grotte naturali o in capanne, le quali non sono invasive nei confronti dell’ambiente; non si dedicano all’edilizia e non vivono in caotici ed affollati centri urbani. Le tribù indigene di oggi vivono ancora a stretto contatto con la natura, indossano abiti ‘ecologici’, cioè realizzati con materiali ecocompatibili e al 100% naturali. Niente nella loro vita è artificiale e non mangiano prodotti industriali, ma solo ciò che esiste in natura e che ottengono naturalmente. Noi, invece, ci riteniamo ‘evoluti’ perché abbiamo distrutto tutto ciò che c’era di naturale nella nostra vita e ci siamo circondati di artificialità, di industrie e di prodotti industriali. Gli indigeni curano le loro malattie con rimedi naturali, utilizzando erbe officinali che trovano spontaneamente in natura e sono grandi esperti in botanica, pur non studiando sui libri. Conoscono a memoria i benefici e le proprietà di tutte le piante. Per loro non esistono prodotti chimici e farmaceutici, ma solo prodotti naturali.

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