2 febbraio 2012

AVATAR - Un film ambientalista dalla parte degli indios e della natura


L’acceso confronto tra l’uomo moderno e l’indigeno, tra il progresso scientifico e la natura e tra il capitalismo e l’anticapitalismo viene presentato come tema molto interessante nel film Avatar, del regista James Cameron. Si parla di un’operazione militare finanziata da numerose multinazionali, le quali sono disposte a tutto pur di ottenere un prezioso minerale che si trova su un pianeta alieno, chiamato Pandora, abitato dalla popolazione Na’Vi. Queste persone sono indigeni dalla pelle blu, i quali hanno un legame sacro con la natura e con tutti gli esseri viventi e che faranno di tutto per difendere la loro Madre Terra, la quale è minacciata di essere distrutta dai colonizzatori. La trama del film è praticamente una trasposizione delle colonizzazioni del Nuovo Mondo da parte degli europei, affamati di oro e di altre ricchezze che potevano essere ricavate dalle nuove terre conquistate e pronti a massacrare senza scrupoli le popolazioni indigene che si opponevano. Nel film si esalta il panteismo, in quanto i Na’Vi vedono nella natura lo spirito divino. I Marines che guidano l’operazione militare, invece, rappresentano il progresso scientifico e il capitalismo spietato.


Il messaggio che il film vuole lanciare è il bisogno che gli uomini ricostruiscano il loro legame con la natura, prendendo come esempio la vita che svolgono gli indigeni. Bisogna recuperare l’equilibrio e l’armonia tra l’uomo e il mondo naturale e ciò che c’era di verde nel nostro mondo. Come dice uno dei protagonisti del film (il Marine che poi decide di difendere i Na’Vi e di vivere con loro), non c’è più verde nel nostro pianeta, non ci sono più alberi, ma solo edifici, abbiamo ucciso la Madre Terra.


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