11 gennaio 2012

L'incredibile ed incessante incremento demografico contribuisce a rendere più catastrofici i disastri naturali



È bene sottolineare che il fatto che le catastrofi naturali provochino oggi danni maggiori rispetto al passato non è sempre e solo attribuibile al fenomeno del global warming e dei cambiamenti climatici. Il problema è che, con l’aumento della popolazione mondiale, le zone che prima erano meno popolate e che quindi subivano un numero ridotto di vittime quando venivano colpite da un cataclisma, ora ne subiscono un numero molto più elevato. Del resto se una catastrofe climatica avviene in una zona remota del mondo a malapena se ne sente parlare in televisione.
Sappiamo bene che nell'ultimo secolo si è verificato un rapido incremento demografico, per cui la popolazione mondiale sta passando dai 6 ai 9 miliardi nel giro di pochi decenni, e questo è sconvolgente, soprattutto se pensiamo che un giorno la Terra dovrà essere capace di fornire acqua, cibo e tutte le altre sue risorse a una popolazione troppo grande per la biocapacità del pianeta. In pratica, l'impronta ecologica della popolazione mondiale ha di gran lunga superato la capacità naturale della Terra di sostenerla.




Il punto è che, non solo il clima sta cambiando e sta portando con sé eventi climatici più estremi rispetto al passato, ma inoltre noi esseri umani siamo diventati più vulnerabili, più esposti a queste catastrofi, perché abbiamo voluto “antropizzare” l’ambiente. Per esempio, una città come New Orleans, che sorge sotto il livello del mare, è molto vulnerabile agli uragani e alle inondazioni. Non ci si deve stupire, quindi, se, costruendo una città laddove non andrebbe costruita, si viene colpiti da eventi climatici distruttivi. O ancora, un Paese sovrappopolato come il Bangladesh, la cui popolazione è maggiormente concentrata presso i delta dei fiumi Gange e Brahmaputra, risulta essere più vulnerabile e più minacciato rispetto ad altri, poiché, oltre ad essere soggetto a cicloni, l’eccessiva popolazione concentrata in zone critiche porterà a un numero maggiore di vittime nel caso di eventuali catastrofi.

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